Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1490 circa - Venezia 1576)



Annunciazione (Incarnazione)
Olio su tela, 403x235 cm
Chiesa di San Salvador, Venezia

La realizzazione di quest'opera tuttora nella collocazione originaria, era stata stabilita nel testamento di Antonio Cornovì della Vecchia datato 7 maggio 1559. In esso si faceva riferimento a una "pala della Incarnation de nostro Signor" che doveva decorare la cappella di Sant'Agostino da lui acquistata, realizzata probabilmente su disegno di Jacopo Sansovino. L'opera verrà realizzata da Tiziano, ancora vivo il committente che morirà nel 1572, nella prima metà degli anni sessanta, con la quale l'artista rinnoverà profondamente lo schema iconografico dell'annunciazione inserendovi appunto il momento dell'incarnazione per mezzo dello Spirito Santo. La Vergine, in atto di sollevare il velo con la mano destra allude al momento del concepimento così come raccontato da una tradizione mediorientale, secondo cui Dio entrò nel ventre di Maria attraverso l'orecchio per mezzo della parola. Alla verginità della Madonna dovrebbe alludere il vaso di vetro con l'acqua e il mazzo di fiori, sotto il quale, sull'alzata del gradino, è posta l'iscrizione "Ignis ardens non comburens" (fuoco che arde non brucia), richiamo all'immagine del roveto ardete. Lo stile pittorico è ormai quello della sua ultima fase, caratterizzato da una stesura dei colori sempre più libera in cui la consistenza fisica dei corpi sembra quasi disfarsi nella luce crepitante.